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Perché un Paesino come l’Equador incute tanto timore a Inghilterra e USA?

Mercoledì 12 Settembre 2012


Dj Fabrizio Caccetta

Il 12 dicembre del 2008 il neo presidente del governo dell’Ecuador Rafael Correa (pil intorno ai 50 miliardi di euro, pari a 30 volte di meno dell’Italia) dichiara ufficialmente in diretta televisiva in tutto il ...continente americano (l’Europa non ha mai trasmesso neppure un fotogramma e difficilmente si trova nella rete europea materiale visivo) di “aver deciso di cancellare il debito nazionale considerandolo immondo poiché falso e creato tramite una truffa nei confronti del popolo. Quindi immorale e illegale poiché, per sua natura, inestinguibile. Per realizzare ciò, le banche private e i politici corrotti e asserviti, hanno alterato la costituzione per opprimere il popolo raccontando il falso. Hanno fatto credere che ciò che è legge, cioè legittimo, è giusto. Non è così: da oggi in terra d’Ecuador vale il nuovo principio costituzionale per cui solo ciò che è giusto per la collettività è legittimo”. “Il paese va immediatamente isolato” dichiara ( tra una cameriera e l'altra) Dominique Strauss Kahn, allora segretario del Fondo Monetario. “Il paese deve essere messo in ginocchio con qualunque mezzo”. E qui subentra Assange con la sua wikileaks che pubblica le diverse conversazioni in diverse cancellerie del globo, che coinvolgono gli Usa, la Gran Bretagna, la Francia, l’Italia, la Germania, il Vaticano, dove l’economia la fa da padrone. Lunghe conversazioni in cui, politici e banchieri altro non fanno se non parlare di come mettere in ginocchio le varie economie e appropriarsi delle risorse energetiche altrui e, soprattutto, come impedire ai popoli di riprendersi, specialmente come non far capire loro che i piani economici keynesiani, al contrario di quelli liberisti e neoliberisti il cui unico scopo tramite l’invenzione del debito pubblico consiste nel praticare una politica di continuo impoverimento e sfruttamento neo-colonialista a vantaggio di pochi, risolvono davvero, anche e soprattutto attraverso le statalizzazioni dei settori energetici e socialmente vitali, le problematiche economiche e finanziarie irrisolvibili e create ad arte dall’FMI, WTO, FED, BCE, ecc. Il giorno dopo, Hugo Chavez annuncia ufficialmente che darà il proprio contributo dando petrolio e gas gratis all’Ecuador per dieci anni. Quattro ore più tardi, il presidente Lula annuncia in televisione che darà gratis 100 tonnellate al giorno di grano, riso, soya e frutta per nutrire la popolazione, finché la nazione non si sarà ripresa. La sera, l’Argentina annuncia che darà il 3% della propria produzione di carne bovina di prima scelta gratis all’Ecuador per garantire la quantità di proteine per la popolazione. Il mattino dopo, in Bolivia, Evo Morales annuncia di aver legalizzato la cocaina considerandola produzione nazionale e bene collettivo. Tassa i produttori di foglie di coca e offre all’Ecuador un prestito di 5 miliardi di euro a tasso zero restituibile in dieci anni in 120 rate. Pochi giorni dopo l’Ecuador denuncia la United Fruit Company e la Del Monte & Associates per “schiavismo e crimini contro l’umanità”, nazionalizza l’industria agricola delle banane (l’Ecuador è il primo produttore al mondo di banane) e lancia un piano nazionale di investimento di agricoltura biologica ecologica pura. Il 20 dicembre del 2008, facendosi carico della protesta della United Fruit Company, il presidente George Bush (già deposto ma in carica formale fino al 17 gennaio 2009) dichiara nulla e criminale la decisione dell’Ecuador annunciando la richiesta di espulsione del paese dall’Onu, asserendo: “Siamo pronti anche ad una opzione militare per salvaguardare gli interessi statunitensi”. Il mattino dopo, il potente studio legale di New York Goldberg & Goldberg presenta una memoria difensiva sostenendo che c’è un precedente legale. Sei ore dopo, gli Usa si arrendono e impongono alla comunità internazionale l’accettazione e la legittimità del concetto di “debito immorale” o “debito detestabile”. Da notare che il “precedente legale” (tuttora ignoto a gran parte degli europei) è datato 4 gennaio 2003 a firma George Bush. E’ accaduto in Iraq, che in quel momento risultava “tecnicamente” possedimento americano in quanto occupato dai marines con governo provvisorio non ancora riconosciuto dall’Onu. Saddam Hussein aveva lasciato debiti per 250 miliardi di euro (di cui 40 miliardi di euro nei confronti dell’Italia grazie alle manovre di Taraq Aziz, vice di Hussein e uomo dell’Opus Dei fedele al vaticano) che gli Usa cancellano applicando il concetto di “debito detestabile” e quindi aprendo la strada a un precedente storico recente. Gli avvocati newyorchesi dell’Ecuador offrono al governo americano una scelta: o accettano e stanno zitti oppure se si annulla la decisione dell’Ecuador allora si annulla anche quella dell’Iraq e quindi il tesoro Usa deve pagare subito i 250 miliardi di euro a tutti, compresi gli interessi composti per quattro anni. Obama, non ancora insediato ma già eletto, impone a Bush di gettare la spugna. La parcella degli avvocati newyorchesi viene pagata dal governo brasiliano. E così cresce e si diffonde il mito di Rafael Correa, presidente regolarmente e popolarmente eletto dell’Ecuador. Correa proviene da una famiglia dell’alta borghesia caraibica, è un intellettuale cattolico. Laureato in economia e pianificazione economica a Harvard, cattolico credente e molto osservante, si auto-definisce “cristiano-socialista come Gesù Cristo, sempre schierato dalla parte di chi ha bisogno e soffre”. Il suo primo atto ufficiale consiste nel congelare tutti i conti correnti dello IOR nella banche cattoliche di Quito e tale cifra viene dirottata in un programma di welfare sociale per i ceti più disagiati. Fa arrestare l’intera classe politica del precedente governo che viene sottoposta a regolare processo. Finiscono tutti in carcere, media di dieci anni a testa con il massimo rigore. Beni confiscati, proprietà nazionalizzate e ridistribuite in cooperative agricole ecologiche. Invia una lettera a papa Ratzinger dove si dichiara “sempre umile servo di Sua Illuminata Santità” dove chiede ufficialmente che il vaticano invii in Ecuador soltanto “religiosi dotati di profonda spiritualità e desiderosi di confortare i bisognosi evitando gli affaristi che finirebbero sotto il rigore della Legge degli uomini”. Ma di tutto ciò, da noi, nessun giornale e nessuna televisione ne parla. Mi chiedo: “A che servono giornali e televisioni, visto che non informano? E perché dobbiamo pagare dei servizi che non funzionano? Come se pagassimo un biglietto di un treno che non esiste e poi, dopo aver pagato, dobbiamo arrivare a destinazione con i nostri mezzi”.